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Narrativa

World of Amiga '99: l'ottimismo è di casa
di Vanni Torelli

Le conferenze di AmigaInc. e il futuro di Amiga

L'agenda di pubbliche relazioni di Amiga Inc. si snodava in tre conferenze di carattere generale: una per il pubblico, una per la stampa, una per i membri dell'Amiga Advisory Council, i numi tutelari della comunità Amiga eletti contestualmente all'apertura del WOA (unico italiano, Luca Danelon).
A queste si aggiungevano seminari come quello di Allan Havemose e sessioni IRC organizzate da Tyschtschenko presso lo stand Waaslandia.
Come prevedibile, i maggiori quesiti emersi nel dialogo tra utenti, sviluppatori, operatori da un lato e Amiga Inc. dall'altro, hanno riguardato più l'effettiva caratterizzazione tecnologica dei nuovi Amiga che loro collocazione nel mercato informatico.

Molta della dialettica, dopotutto, si gioca da mesi sul contrasto tra il volere della comunità Amiga, composta per la maggior parte da personalità motivate e critiche ma numericamente sparuta per rimettere in piedi un mercato, e quella di una compagnia che preferisce obiettivi strategici a lungo termine e promette di conoscere e centrare anche quelli dei tipici utenti di Amiga, dal videogiocatore al power-user più esigente.

L'incontro con Allan Havemose, uomo chiave dello sviluppo delle fondazioni software di AmigaNG (battezzate AmigaOE, Amiga Operative Environment), ha permesso di chiarire molti dei punti che trattenevano gran parte dell'utenza dal preferire la tecnologia Linux, considerata obsoleta e poco innovativa, al più "esoterico" QNX.
La scelta di Linux è in realtà dettata solo in parte da ragioni di forte impulso di mercato e interesse crescente da parte dei maggiori sviluppatori; quello che Havemose ha tenuto a puntualizzare la flessibilità data dalla piattaforma Open Source, per molti identificata con le elefantiache distribuzioni di Red Hat o Debian ma in realtà scalabile anche su a dispositivi con pochi centinaia di KB di memoria.

QNX è un sistema operativo proprietario e concesso dietro royalties gelose, Linux è una interessante materia prima da plasmare e adattare perfettamente all'architettura hardware e alle particolarità dei modelli Amiga o Amiga-compatibili a venire.

Nel definire un ambiente operativo in cui kernel sia un Linux "customizzato", il layer X-Window ci sia per compatibilità con le normali applicazioni Linux ma sia racchiuso da una GUI molto più moderna ed efficiente, in cui le pecche di sempre (come il TCP/IP o la scrittura dei driver) siano risolte con un approccio comunque proprietario di Amiga, Havemose ha utilizzato il termine rassicurante "domare".
E domare l'OS più interessante ma ostico da installare e manutenere sarà un imperativo, se l'operatività degli AmigaNG dovrà garantire la massima flessibilità per l'entusiasta possessore di workstation e la massima trasparenza e facilità d'uso per l'utente di set-top-box.

L'evento più atteso è stato naturalmente la conferenza pubblica di Amiga Inc., forse più coreografica ed emozionante ma in fondo una semplice riconferma plateale di quello che circola in Rete da settimane.

Come premesso, la massa critica di informazioni divulgabili ufficialmente da Amiga Inc. alla data del WOA non poteva che mantenersi nel perimetro del tech brief e degli altri documenti ufficiali già resi pubblici.
Quello che si è adattato al clima è stato naturalmente l'intervento di Collas, dai toni vagamente "ecumenici": 42 minuti, coadiuvato da un video di presentazione dal sapore amatoriale e alcuni slide preparati sul suo laptop in aereo.

Nello stile dei suoi comunicati, l'enfasi maggiore è stata data all'impatto umano delle scelte tecnologiche e delle strategie insite nella nuova generazione di Amiga; in altre parole, a come Amiga e una serie di dispositivi Amiga-compatibili potranno cambiare la nostra vita di tutti i giorni.

Uno dei termini più abusati di questa fase della storia Amiga è momentum, letteralmente "momento" ma, nell'accezione della fisica newtoniana, anche forza di moto rotatorio di un oggetto (viene in mente il Boing, e forse non è un caso).

C'è momentum per l'accesso all'informazione e ai media digitali per mezzo di reti Internet a media-larga banda; c'è momentum e prospettive di crescita per Linux, con Amiga Inc. che si lancia nell'intento di crearne una versione proprietaria ma migliore e appetibile per gli utenti quanto per gli sviluppatori.

C'è momentum per consacrare standard di mercato maturi (come OpenGL/Fahrenheit o USB) o rivisitarne di sottovalutati (PCI, che non ha nei PC Intel nè l'unica implementazione, nè la migliore).
Inizia a crescere l'interesse verso protocolli di interfacciamento per la comunicazione di qualunque dispositivo in cui siano presenti dati in forma digitale (Hi-fi di nuova concezione, macchine fotografich digitali, console per videogiochi, TV via cavo ecc.), come quello proposto da Sun, Jini. La sinergia di queste idee, ognuna con un suo proprio potenziale, è definita da Amiga Inc. integrazione, o convergenza digitale, e sarà la filosofia sottesa a tutti i prodotti dichiarati Amiga o Amiga-compatibili.

A seconda della tipologia e dell'utilizzo, ogni dispositivo - dalla workstation alla tavoletta LCD, al set-top-box, al palmtop - potrà avere una tecnologia diversa e dimensionata opportunamente, pur mantenendo una coerenza negli standard di comunicazione, nell'interfaccia utente e nell'operatività in generale.

La convergenza digitale si esprime nella sua prima incarnazione con l'MCC (Multimedia Convergence Computer, in caratteri latini è la scrittura per "1200"), in sostanza il primo dei modelli di AmigaNG a essere prodotto; le caratteristiche hardware rispecchiano quelle elencate nel tech brief, con le interfacce sopra citate disponibili di serie, almeno 32 MB di RAM di sistema, lettore DVD e hard disk.

Il chipset grafico è stato designato come a 128 bit, di nuova generazione e prodotto da ATI, sebbene durante gli interventi di Collas prima, Le Faivre e Havemose poi, non se ne faccia alcuna menzione.

La voce più attendibile in questo senso è quella che vuole il design del processore Mpact di una Chromatic Research, fallita e rilevata da ATI, alla base del sottosistema grafico; altre congetture più azzardate arrivano a sostenere che sia Toshiba l'ideatrice del chipset, del tutto simile al famoso Graphic Synthesizer di prossima adozione sulla PSX-2.

Sul piano dell'AmigaOE, il filo conduttore è rimasto Java 2, designato strumento di elezione per lo sviluppo di applicazioni portabili sia attraverso un network di dispositivi Amiga-compatibili, sia attraverso piattaforme diverse.
Il contributo più significativo della nuova tecnologia software Amiga sarà dato dagli AmigaObjects, oggetti software basati su codice Java e coerenti con gli altri elementi propri del sistema operativo, di cui formeranno la struttura portante.

Dal momento che l'architettura AmigaOE non ne definisce il livello di complessità, gli AmigaObjects potranno spaziare dal semplice driver o codec a filtri dati, fino ad applet completi, resi disponibili per l'uso con altre applicazioni o AmigaObjects più specifici.

In aggiunta al paradigma Java/AmigaObjects, coesisterebbero in AmigaNG i due ambienti operativi delle applicazioni Linux già esistenti, inclusi Windowmanager alternativi, e delle applicazioni Amiga "classiche", in emulazione attraverso una macchina virtuale.

Il reale vantaggio tecnologico di AmigaNG nel gestire AmigaOE, quindi nell'esecuzione di codice Java, come sottolineato sia nei documenti online sia durante gli interventi del WOA, è riposto in un processore di prossima generazione particolarmente ottimizzato per Linux e Java.

Con le due costanti ricorrenti Linux e Java, il terzo elemento, che è possibile guardare soltanto in chiave ipotetica, è quello relativo al misterioso processore centrale.

Si tratta quindi del filo tenue che legherebbe il destino di Amiga e Linux a Transmeta, resasi famosa per aver pagato un esperto di marketing industriale per una "strategia dell'attendismo" confezionata ad hoc.

Ciò che inizia ormai a trapelare, distillato dalle pochissime interviste concesse e i brevetti della sua tecnologia, in fondo pubblici, è che il prodotto che hanno in fase di ultimazione è una CPU superscalare a 128 bit, prima destinata al mercato del personal computing a usare set di istruzioni VLIW (Very Long Istruction Word) e prima in assoluto a incorporare una tecnica di ricompilazione del codice macchina definita code morphing.

Da ciò che può essere estrapolato e concluso, il codice scritto per qualunque processore (ma anche per una macchina virtuale, come Java VM) può essere trasformato in codice VLIW subendo particolari ottimizzazioni, attraverso un processo "intelligente" operato via software.

Se alcune delle ottimizzazioni coinvolgono un'analisi dinamica del codice (sulla base del flusso e delle iterazioni), alcune fanno capo a caratteristiche come uno stadio di supervisione in grado di correggere nella CPU "emulata" eccezioni, errori di indirizzamento e accesso, e addirittura metodi aggiuntivi, come il caching dei dati destinati a registri ancora occupati.
In breve, la tecnologia di Transmeta consentirebbe di emulare qualunque set di istruzioni a una velocità svariate volte maggiore di quella del processore originale.

Questo darebbe un significato diverso, inquietante ad affermazioni come quella, di Havemose in conferenza stampa, secondo cui gli AmigaObjects girerebbero fino a 10 volte più velocemente su AmigaNG a parità di clock (che nel Transmeta sembrerebbe 400 MHz).

Ci sono altri punti a favore delle congetture sull'asse "Transmiga".
Il numero di transitor contenuto nel design finale dovrebbere ad esempio promettere un costo competitivo, in linea con il range di 500-800 dollari dell'MCC.

Unico interrogativo è sulla data di uscita, che potrebbe non rispettare le deadline aggressive di Amiga Inc.

Per ripetere le parole di Collas, "se non ci siamo per la fine dell'anno, sarà poco dopo"; l'impressione è che tutto sia pronto o sotto controllo, e aspettino solo qualcuno...forse ATI...forse Transmeta.

Aspettiamo anche noi.
 
 



AMIGA


Vanni Torelli
studente di Ingegneria Elettronica presso University of London.
Ex-collaboratore di Amiga Magazine e tecnico del suono, si interessa di applicazioni di audio digitale nel campo della composizione e produzione musicale.

Puoi contattare l'autore scrivendo a:
vanni@diff.org


 



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